Casi di successo - Ecological

Vai ai contenuti

Menu principale:

PER CHI LAVORIAMO

PROBLEMA RISOLTO!
Per spiegare come operiamo è utile sintetizzare per alcuni casi reali, come abbiamo affrontato le problematiche, raccontandovi come alcune aziende hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.
CASO 1
Progettazione di revamping, realizzazione, collaudo, messa a regime e gestione di un depuratore biologico per il trattamento di acque reflue industriali con scarico in pubblica fognatura originate da uno stabilimento di macellazione e sezionamento carni bovine

Un’azienda che opera nel settore della macellazione e sezionamento di carni bovine genera dal proprio ciclo di lavorazione acque reflue contaminate da inquinanti organici quali BOD, azoto, fosforo e grassi animali. È già dotato di un impianto di depurazione biologico continuo a fanghi attivi, che ha il compito di assicurare il pretrattamento dei reflui per renderli conformi ai limiti massimi autorizzati allo scarico. fase di richiesta di autorizzazione allo scarico idrico, la ditta attraversa una serie di difficoltà e complicazioni che culminano in un provvedimento di diniego da parte della Provincia Competente, con forti ricadute economiche e gestionali sull’impresa.

Il problema
Gli Enti Competenti lamentano più volte la segnalazione da parte dei vicini di generazione di forti odori molesti prodotti dal depuratore, ed inoltre sono elevate sanzioni amministrative per il mancato rispetto dei limiti autorizzati allo scarico dall’autorizzazione vigente. Durante i sopralluoghi in Azienda, evidenziano una serie di difformità, tra cui l’inadeguatezza tecnica dell’impianto di depurazione e la sua mancata gestione di cui la ditta è dotata. Diversi interventi di tecnici esterni a cui la ditta si rivolge, contribuiscono successivamente, con una serie di errori di valutazione, ad aggravare la posizione dell’azienda nei confronti delle autorità competenti.

Il rischio della chiusura dello scarico!
La Ditta è informata che il perdurare di queste condizioni – già da troppo tempo “tollerate” – porterà alla revoca dell’autorizzazione allo scarico ed al successivo obbligo di gestire le acque reflue come rifiuti allo stato liquido mediante conferimento a impianto di trattamento terzo autorizzato. Tale soluzione provvisoria comporta ovviamente costi molto elevati ed una gestione poco agevole.

Il nostro intervento e le criticità
Dopo aver ricostruito gli eventi, procediamo con una fase di indagine preliminare che consta nella raccolta delle informazioni necessarie alla verifica dimensionale del depuratore (comprensiva di un campionamento rappresentativo dell’effluente da depurare), nell’indagine sullo stato di fatto e consistenza di quanto impiantisticamente esistente.
Si procede poi alla redazione di un progetto preliminare di revamping del depuratore, con il riutilizzo per quanto possibile dei volumi e delle apparecchiature esistenti nell’ottica di individuare soluzioni tecnicamente adeguate ed economicamente sostenibili per l’azienda.

Durante questa fase emerge che:
  • sono indispensabili una sezione di denitrificazione ed un dosaggio di sostanza riducente (per eliminare il cloro attivo residuo dei prodotti sanificanti) al momento non esistenti;
  • è possibile - con ridotti interventi edilizi – riutilizzare tutte le vasche esistenti senza necessità di realizzare nuovi invasi;
  • è possibile riutilizzare le soffianti già esistenti;
  • è indispensabile, una volta a regime, assicurare una corretta e costante conduzione del depuratore.

Sul fronte autorizzativo è necessario provvedere alla richiesta di una modifica sostanziale dell’autorizzazione allo scarico, alla luce della mutata linea di depurazione in progetto ed all’incremento atteso del volume scaricato.

La soluzione migliore, condivisa con la Ditta e successivamente realizzata, è stata:
  1. la predisposizione e l’inoltro della richiesta di modifica dell’autorizzazione allo scarico in essere seguendo l’iter della pratica sino al rilascio dell’atto conclusivo;
  2. il totale revamping dell’impianto di depurazione, che ha visto il riutilizzo delle vasche esistenti – opportunamente modificate per renderle idonee ai nuovi usi – ed il mantenimento delle soffianti in essere in quanto ben funzionanti e con la giusta portata di aria da insufflare in ossidazione;
  3. la formazione di un dipendente e l’esecuzione di sopralluoghi periodici per assicurare con continuità la corretta gestione del depuratore ed evitare rischi di recidiva.
 

Risultati ottenuti
  1. Mantenimento in essere dello scarico durante la fase di progettazione definitiva ed avviamento del nuovo depuratore con limiti massimi autorizzati temporaneamente derogati per la durata della messa a regime dell’impianto.
  2. Nessun obbligo di gestire le acque reflue come rifiuti allo stato liquido mediante conferimento a impianto di trattamento terzo autorizzato.
  3. Rilascio della nuova autorizzazione allo scarico indispensabile per la realizzazione degli interventi di adeguamento.
  4. Rispetto con continuità dei limiti autorizzati allo scarico, con progressiva rarefazione dei campionamenti fiscali da parte degli Enti di Controllo.
  5. Mai sanzioni.
  6. Cessazione dei problemi di generazione di odori molesti.
  7. Autonomia nella gestione ordinaria del depuratore.
 

PRIMA DELL'INTERVENTO



DOPO L'INTERVENTO



CASO 2
Quando dalla gestione di un depuratore biologico emerge la necessità di adeguamenti strutturali

Siamo subentrati nella gestione di un depuratore pubblico al servizio di un canile intercomunale che ha il compito di trattare i reflui degli animali e di renderli compatibili con l’immissione nell’ambiente naturale essendo lo scarico in acque superficiali. Ci troviamo inoltre in un’area ad elevata vocazione naturalistica, in ambito montano ed al limite esterno di una Riserva Naturale.

Una sgradevole inattesa scoperta
Durante il primo sbrigativo sopralluogo svolto in fase di aggiudicazione della commessa, da subito sono emersi indizi poco rassicuranti circa la funzionalità depurativa dell’impianto. Una volta iniziate le attività, sono emersi i limiti strutturali esistenti che di fatto impedivano l’impossibilità di rispettare i limiti autorizzati.

Una sterzata in corso d’opera
Si è resa necessaria un’indagine conoscitiva circa l’effettivo funzionamento del depuratore, provvedendo alla raccolta dei dati gestionali necessari per eseguire la verifica del dimensionamento dell’impianto in virtù del suo effettivo utilizzo: numero di cani ospitati, portata affluente, tipologia di mangimi e detergenti utilizzati. È stato prelevato un campione medio composito del refluo in ingresso e sottoposto ad analisi.
Con questi dati di input si è riscontrata la necessità dei seguenti interventi strutturali per assicurare l’efficienza depurativa dell’impianto:
  1. conversione della prima vasca attualmente di ossidazione in denitrificazione, così da garantire l’abbattimento dell’azoto nitrico entro i limiti autorizzati;
  2. realizzazione di un bypass di emergenza dalla vasca di accumulo ed omogeneizzazione per evitare wash-out di fango biologico dal depuratore in caso di prolungate precipitazioni atmosferiche. Tale intervento si rende indispensabile una volta verificato che le aree di pertinenza del canile utilizzate per la stabulazione degli animali sono poste parzialmente su area impermeabilizzata scoperta, e che quindi non posso essere escluse dal trattamento depurativo. Al contempo si ritiene che la fuoriuscita di fango biologico dall'impianto sia il fenomeno da evitare in assoluto rispetto all'eventuale scarico di scolmi di reflui, rappresentando la soluzione preferibile per la minimizzazione dell’impatto complessivo sul corpo idrico superficiale recettore.
  3. La sostituzione della tubazione di ricircolo dei fanghi esistente (attualmente DN 40) con una DN 63 così da eliminare le problematiche connesse all’intasamento della stessa a causa dei peli di cane, con l’esecuzione di un nuovo stacco così da consentire il recapito dei fanghi anche entro la vasca di accumulo;
  4. Una volta eseguito l’intervento, l’attuale stazione di dosaggio di disinfettante potrà essere riconvertita (se necessario) per dosare cloruro ferrico nel caso in cui si renda indispensabile per l’abbattimento entro i limiti del fosforo.
 
 
 
 
 

Con i tempi dovuti, FINALMENTE s’interviene!


Partiamo da qui!


 
No dai, veramente queste sono le tubazioni di ricircolo del fango attivo??!



Montaggio nuovo mixer per sezione di denitrificazione


 
Riduciamo il consumo elettrico? Il montaggio del misuratore d’ossigeno disciolto consente di garantire il funzionamento della soffiante solo quando serve, evitando sprechi di energia e garantendo al contempo le rese depurative attese.


Le tubazioni tutte nuove



Riprogrammiamo il PLC in base alla nuova conformazione



 

Risultati ottenuti
  1. Rispetto con continuità dei limiti autorizzati allo scarico.
  2. Mai sanzioni.
  3. Conseguimento di obiettivi ambientali socialmente ed economicamente utili, quali la tutela dei corpi idrici superficiali.
ECOLOGICAL S.R.L.
Corso Martiri 173    41013 Castelfranco Emilia (MODENA)
Telefono e Whatsapp 335 6783432    Email info@ecologicalsrl.it
Partita IVA 03316430366
Torna ai contenuti | Torna al menu